L’epopea di Darinka
Dal villaggio di Podhum, a pochi km da Fiume, in Dalmazia, fino a Orvinio. I rastrellamenti e le uccisioni furono effettuate, in quel tragico luglio 1942, per ordine di Temistocle Testa, il “Boia del Fiumano”, prefetto della provincia del Quarnero annessa all’Italia. Non è certa la causa della rappresaglia: di certo i fascisti volevano italianizzare una provincia occupata, e lo dovevano fare con durezza, per dare l’esempio. il numero di morti fu probabilmente attorno ai 200, con fucilazioni di massa; dopodiché l’intero villaggio fu dato alle fiamme. Il crimine di guerra non venne mai punito, nonostante le proteste dello stato iugoslavo, a guerra finita. Per Darinka e la sua famiglia si trattò di dover cominciare tutto daccapo in un Paese straniero, nuovo, che per fortuna le permise di integrarsi. Di seguito gli 8 racconti di Darinka, dalle fucilazioni e la deportazione, fino all’ambientamento e perfino qualche svago…
Darinka Ban
In questi 2 primi racconti Darinka rievoca i momenti terribili delle uccisioni, della distruzione del suo villaggio natio e della deportazione in un luogo lontano e straniero.
Arrivati a Orvinio, stremati e sopratuttto affamati, Darinka ed i suoi familiari, padre, madre e fratello, dovevano pensare prima di tutto a mettere qualcosa sotto i denti; per fortuna era luglio, e non dovevano anche pensare a riscaldarsi
Finalmente Darinka si è ambientata ad Orvinio, e può pensare un pò anche a sè e al suo futuro; a cominciare di trovare un compagno: non ha intenzione di sposarsi, ma i corteggiatori premono!
Darinka oramai fa parte compiutamente della comunità orviniese; il suo racconto ora può riguardare alcuni aspetti quotidiani della vita di allora: a cominciare dalla fonte dove tutte le donne andavano a lavare i panni, ad ogni ora del giorno! si chiude con un piccolo quadro di Ugo Frezza e della sua famosa bottega, lungo il corso principale del Paese.