La guerra di Camillo
il lucido racconto del periodo che va dalla dichiarazione di guerra, a giugno del 1940, fino al congedo concesso il 16 gennaio del 1946. Camillo, benché quasi centenario, ricorda bene tutti i momenti salienti di quei tempi bui; compresi i giorni trascorsi ad Orvinio, nel periodo tra l’armistizio e la nuova cartolina, per combattere insieme ai nuovi alleati. Il suo diploma di marconista gli permise di vivere la guerra sugli aerei, e quindi lontano dai campi di battaglia. Ma non per questo ebbe la fortuna di stare lontano dalla morte. Che purtroppo, come racconta molto bene, incontrò proprio nel suo amato paesino. Una testimonianza inestimabile, che ci aiuta a comprendere i grandi fatti studiati sui libri di storia, e che, con il modo empatico di Camillo, ci sembra di rivivere in prima persona.
Camillo Fabriani
5 brevi racconti: dalla prima cartolina fino al desiderato congedo il 16 gennaio 1946.
Camillo visse la guerra come marconista sugli aerei, e questo gli permise di evitare i cruenti combattimenti. Dopo l’armistizio con gli alleati tornò, sbandato come migliaia di altri soldati italiani, al paese natio; dove trovò però la guarnigione di occupazione tredesca, insediatasi al castello
il breve periodo al paese con gli altri sfollati fu interrotto da una seconda cartolina, da parte del governo del Generale Badoglio, ora alleato di inglesi e americani; questa volta la destinazione fu il sud. Nel racconto di Camillo la storia di alleanze ed ostilità che avrebbero condizionato gran parte degli anni successivi alla fine della guerra
la seconda guerra di Camillo fu quindi al fianco degli alleati; di cui potè ammirare la prodigiosa potenza bellica; in particolare i grandi aerei chiamati “fortezze volanti”; che, grazie alla prontezza e generosità di Camillo, dettero un involontario contributo alle bevute di vino nella cantina del suocero
Nei due racconti che seguono, raccontati con lucidità e inevitabile commozione, il dramma della guerra, con i suoi dolori e le sue ingiustizie, ma anche i piccoli momenti di generosità e di umanità; dove i tedeschi non ricoprono il consueto ruolo di cinici invasori senza sentimenti. A Orvinio molti ricordano, da parte loro, gentilezza ed umanità.